L’idea di mangiare insetti è nell’aria da diversi decenni ed è nata soprattutto per combattere la fame nel mondo. Con l’Expo 2015 a Milano il tema è diventato molto più sentito in Europa e da quel momento in poi gli studi sono stati intensificati, ma la questione “insetti” nelle diete nasce molto tempo prima. Basti pensare che nell’episodio “Picciotti da strapazzo” della ventiquattresima stagione de I Simpson, risalente al 2012, Lisa usa gli insetti come cibo integratore di ferro prima di rendersi conto che anche i piccoli animali provano dolore e quindi tornare al vegetarianesimo. Va da sé che nella comunità scientifica si studia il fenomeno dall’inizio del III Millennio e che negli Stati Uniti gli studi siano molto più numerosi.
Il motivo di questo interesse non risiede solo nella preoccupazione per i Paesi poveri. L’inserimento degli insetti nelle diete occidentali, secondo la Fao, diventerà necessario e obbligatorio perché entro il 2050 il fabbisogno mondiale nutrizionale crescerà del 70%.
C’è anche un altro lato della medaglia: è scoppiata una polemica tra Filiera Italia e l’Unione Europea perché, stando all’associazione, questo via libera rappresenta “un altro paradosso di un approccio troppo ideologico alla Farm to Fork”. Luigi Scordamaglia, Consigliere Delegato di Filiera Italia, dice al Sole 24 Ore che “viene messa in discussione la produzione delle nostre straordinarie eccellenze alimentari, prodotte secondo un modello di sostenibilità unico al mondo” e che gli insetti sono “strumentalmente proposti come più sostenibili per coprire la richiesta crescente di proteine nobili”. Dello stesso avviso anche Coldiretti che chiede delucidazioni su “precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico”.
L’Ipiff, la Piattaforma Internazionale per gli Insetti come Cibo e Mangime, un’associazione no profit che ha portato avanti l’iniziativa con le istituzioni, ha però già dato diverse rassicurazioni. Ha inoltre stimato che ci sarà un investimento di 3 miliardi di euro entro il 2025. L’investimento servirà per incoraggiare le imprese ad accelerare sulla produzione e per favorire la circolazione di un’ampia varietà di alimenti a prezzi concorrenziali. Specifichiamo che non esiste al momento alcun finanziamento ad hoc per la produzione alimentari di insetti, ma l’Unione Europea non potrà restare con le mani in mano dopo aver autorizzato la vendita di una cosa del tutto nuova per il Vecchio Continente.
Nel resto del mondo occidentale il mercato degli insetti è molto più avanti per un giro d’affari in continua espansione. Resterà da vedere come gli europei accoglieranno le tarme della farina in primis, e poi tutti gli altri insetti. Dopo tutto, a fare il mercato è sempre la domanda.
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