In bianco o con salsiccia e spuntature, in accompagnamento o piatto unico e genuino, la polenta è una preparazione che unisce l’Italia intera, realizzata nei modi più disparati tanto nel Nord quanto nel Sud Italia. Le sue sono origini lontane e affascinanti – probabilmente parliamo di uno dei primi cibi cotti dell’umanità – e la sua evoluzione ha riguardato nei secoli ingredienti e preparazioni. Siete curiosi di saperne di più? Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla polenta, sulla storia e i segreti di utilizzo, più tutte le tipologie e qualche indirizzo per mangiarla al top.
La storia della polenta
La polenta è un piatto antichissimo: consumato già al tempo dei sumeri e degli etruschi, deve il proprio nome al termine latino “puls”, una sorta di polenta di farro alla base dell’alimentazione delle popolazioni italiche dell’epoca. Se fino al XV secolo le farine macinate a pietra cambiavano a seconda della reperibilità (in Grecia, ad esempio, l’impasto era costituito da farina d’orzo e acqua ma si era soliti usare anche miglio e segale), con la scoperta dell’America il mais divenne il cereale più coltivato, diffondendosi in Europa, Africa, Medio Oriente, India e Cina.
Tutt’oggi la Polenta (con la p maiuscola) resta quella di mais, gialla e compatta al punto giusto la cui farina si divide in 3 diverse tipologie: bramata (a grana grossa, la classica tra le classiche), fioretto – leggermente più lavorata – e la farina fumetto, molto più fine rispetto alle precedenti due.
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