Benché siano i più utilizzati, in realtà i taglieri in legno non sono i più indicati per l’uso in cucina: non a caso non è legale usarli nelle cucine dei ristoranti, perché hanno una elevata capacità di assorbimento. La porosità del legno, infatti, fa sì che sia il tagliere in legno sia in grado di accumulare residui e diventare così « preda » di batteri e germi, così come dei cattivi odori. Un altro motivo per cui sono vietati è la questione delle schegge: i taglieri molto vecchi, infatti, possono rilasciare micro schegge di legno che è bene evitare. Per questo motivo, è meglio non usare taglieri molto vecchi e pulirli regolarmente: inoltre, è bene assicurarsi che si asciughino, per evitare problemi di muffe.
Per una pulizia ordinaria puoi semplicemente metterlo a mollo con acqua e detersivo per i piatti, ricordandoti di risciacquarlo bene e asciugarlo: molti preferiscono non usare il detersivo per i piatti perché anche in questo caso il tagliere è in grado di assorbirne una piccola quantità. Per pulire il tagliere in legno più a fondo il prodotto naturale migliore è l’aceto, che elimina cattivi odori e residui: evita però di sfregarlo con spugne troppo aggressive che potrebbero creare abrasioni. Per una pulizia più « aggressiva », infine, puoi usare del sale grosso da strofinare. Puoi utilizzare anche qualche goccia di succo di limone per eliminare gli odori più ostinati.
2. Come pulire i taglieri in plastica
Generalmente realizzati in polietilene, i taglieri in plastica assorbono molti meno residui rispetto ai taglieri in legno e, di conseguenza, sono considerati più igienici, anche se decisamente meno belli di quelli in legno. In compenso è più facile pulirli, cosa che puoi fare semplicemente con il detersivo per i piatti: in questo caso il tagliere non lo assorbirà. Puoi usare anche naturalmente l’aceto, o il limone per assorbire eventuali odori. Le temperature della lavastoviglie sono perfette per igienizzare i taglieri in plastica: sconsigliamo però di lavarli in lavastoviglie troppo spesso, perché rischiano di deformarsi. Anche i taglieri in plastica, comunque, vanno cambiati regolarmente, anche perché soggetti a deformazioni.
3. Come pulire il tagliere in teflon
Il teflon è un materiale « scoperto » da un celebre chimico americano, Roy Plunkett, nel 1945: chiamato anche politetrafluoroetilene (PTFE), si tratta di un materiale altamente antiaderente, con cui oggi si fabbricano regolarmente pentole e padelle. Nelle cucine professionali, spesso si usano taglieri in teflon di vari colori, ognuno dedicato a una tipologia di alimento, così da evitare contaminazioni batteriche e rendere più semplice la fase di pulizia. Malgrado le sue virtù, infatti, il teflon non può essere lavato in lavastoviglie: il calore elevato rovinerebbe la parte antiaderente, con il rischio di rilascio di micro particelle non proprio salutari. Per pulire i taglieri in teflon, che quasi non assorbono sostante, basta usare un detergente delicato o dell’aceto: una volta pulito, passa un goccio di olio sulla superficie per idratarlo.
4. Come pulire il tagliere in silicone
Il tagliere in silicone è molto resistente e robusto, sopporta bene gli sbalzi di temperatura ed è, tra tutte le tipologie, il più igienico: puoi infatti lavarlo comodamente in lavastoviglie o a mano con i detergenti senza correre il rischio di rovinarlo. Il modello in silicone è, più di quello in plastica, un tagliere flessibile, antiaderente e antiscivolo e, rispetto agli altri taglieri, subisce meno la lama del coltello, garantendo una buona resistenza in superficie a tagli e solchi.
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